Almeno fino a domani, 3 luglio, saranno a rischio ricoveri nel reparto di ortotraumatologia dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla.
A causare il problema, come si evince da una lettera interna del dott. Antonio Caronna, Dirigente responsabile del reparto di ortopedia e traumatologia del nosocomio pollese, è la “cronica” carenza di personale medico.
La comunicazione del dott. Caronna al Direttore Sanitario Aristide Tortora ed al Dirigente responsabile del Pronto Soccorso è stata fatta lo scorso 22 giugno.
Vista la situazione venutasi a creare, c’è il rischio concreto che in caso di urgenze ortopediche per le quali si possa rendere necessario un intervento chirurgico diventi necessario provvedere al trasferimento del paziente in un altro ospedale. A confermare l’esistenza del problema è il Direttore sanitario dell’ospedale “Curto”, il dott. Aristide Tortora.
“Il problema esiste e c’è da almeno 15 anni – ha sottolineato il massimo dirigente del nosocomio pollese – e negarlo sarebbe disonesto. Nel reparto di ortotraumatologia ci sono in servizio soltanto 3 medici. Uno dei 3 ha un serio problema di salute e soltanto con 2 sanitari in servizio non si può operare. In una riunione che si è svolta a Salerno presso la sede dell’ASL, giovedì scorso, ho chiesto al Direttore Generale di assegnare a Polla una unità proveniente dall’ospedale di Eboli dove, in servizio, ci sono 7 medici e poi di attivare le procedure per la specialistica ambulatoriale. Ad oggi però in merito alle due richieste non ho ancora ricevuto alcuna risposta”.
Il direttore sanitario vuole evitare allarmismi smentendo eventuali voci sulla possibile mancanza di assistenza. “L’assistenza – sottolinea Tortora – viene comunque garantita ai pazienti a prescindere dalla possibilità o meno di procedere al ricovero. Chi arriva con una urgenza otrotraumatologica viene stabilizzato e poi si valuta cosa fare e se eventualmente è necessario il trasferimento in un altro ospedale. Ma sia chiaro che l’assistenza e la stabilizzazione dei pazienti sono e saranno sempre garantite”.
– Erminio Cioffi –