I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno, nell’ambito delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Salerno, hanno dato esecuzione a 10 ordinanze di misura cautelare personale (4 arresti domiciliari e 6 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria) emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno Elisabetta Boccassini. Disposti anche sequestri preventivi per equivalente per quasi 500.000 euro.
Le ipotesi di reato formulate dal Pubblico Ministero con l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di 12 persone sono quelle, a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, peculato, abuso d’ufficio, falso e truffa aggravata ai danni dei gestori telefonici Tim, Vodafone, Wind, H3G, Poste Mobile e BT Italia. Coinvolti soggetti residenti o domiciliati tra Salerno, Castel San Giorgio, Capaccio, Cava de’ Tirreni, Nocera inferiore, Napoli, Ravenna, Campodarsego (PD) e in Brasile.
L’attività costituisce l’epilogo di una complessa indagine diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Salerno Vittorio Santoro, che ha svelato un articolato sistema di frode e una molteplicità di delitti perpetrati ai danni sia del Tribunale Amministrativo Regionale Campania – Sezione di Salerno sia delle principali compagnie telefoniche operanti in ambito nazionale.
Le indagini sono partite da una relazione su alcune anomalie gestionali riscontrate nel mese di settembre del 2014 dal dirigente ad interim del TAR di Salerno inviata al Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa e da questo trasmessa alla Procura.
L’inchiesta è stata avviata nel settembre 2014 ed è sfociata un mese dopo in numerose perquisizioni nei confronti dei soggetti coinvolti. A maggio del 2015 la vicenda aveva anche destato l’interesse del noto programma televisivo d’inchiesta Report.
Quello scoperto costituisce un caso unico per modus operandi, dimensioni del fenomeno e coinvolgimento di pubblici funzionari di livello apicale. Le indagini hanno consentito di rilevare, per gli anni che vanno dal 2007 ad oggi, i ruoli e i compiti di una molteplicità di soggetti, tra cui l’ideatore e promotore telefonico, l’ulteriore promotore, l’allora Segretario Generale del TAR di Salerno e un dipendente e punto di riferimento operativo dei vari promotori.
Attorno ad essi è stato rilevato il concorso o il supporto di altri soggetti colpiti dai provvedimenti, con ruoli di promotori, rappresentanti legali, titolari delle società coinvolte o mandatari delle compagnie telefoniche.
Le indagini hanno accertato un meccanismo di frode che traeva vantaggio da entrambi i fronti, a danno del TAR salernitano e delle compagnie telefoniche. Da un lato i promotori hanno attuato una serie di comportamenti illeciti finalizzati all’accaparramento delle provvigioni che le società di telefonia elargivano per la stipula di nuovi contratti e per la migrazione da un gestore all’altro, mentre sul fronte della Pubblica Amministrazione le condotte criminose erano dirette a consentire di usufruire indebitamente della disponibilità di apparecchi telefonici e di schede sim intestate al TAR di Salerno, ottenute alle condizioni economiche di vantaggio ma destinate a scopi privati e a persone estranee alla pubblica amministrazione.
– redazione –