E’ stata approvata ieri sera la riforma del credito cooperativo. Abbiamo intervistato a questo proposito il Direttore Generale della Banca Monte Pruno Michele Albanese.
- Approvata la riforma del credito cooperativo. Direttore Albanese, qual è il suo giudizio complessivo?
“Dalla prima lettura dei documenti pubblicati dal Governo e dalla stampa non possiamo che restare titubanti e preoccupati su numerosi punti contenuti nei primi testi diffusi. Sono poche ore che il Governo Renzi ha varato questo provvedimento, quindi, ancora non si hanno a disposizione tutte le informazioni approfondite sul tema, ma sicuramente molto cambierà nel mondo del credito cooperativo. Nel giro di pochi mesi ci potremmo ritrovare di fronte a qualcosa di completamente diverso rispetto all’attuale sistema. Siamo effettivamente preoccupati, in primo luogo, per il territorio perché le disposizioni che potrebbero arrivare dalla holding cambieranno il modo di operare, di pensare e di confrontarci con la clientela. Il nostro sistema rischia seriamente di essere intaccato nelle sue radici, nel modo unico di supportare l’economia locale, nell’azione di vicinanza al territorio. Il giudizio, nel complesso, non è certamente positivo”.
- Quali sono i vantaggi e gli svantaggi per i risparmiatori?
“Per i risparmiatori non cambia assolutamente nulla anche perché la situazione complessiva delle BCC in Italia non era sicuramente tragica, anzi i problemi derivavano da altri palazzi e da altre situazioni. Il gruppo bancario che nascerà, avrà una capogruppo con un patrimonio non inferiore a 1 miliardo di euro, che è un segnale di consistenza, comunque, importante. Ciò che mi preoccupa è il mantenimento di quel legame con il territorio che nel tempo potrebbe svanire a danno di logiche imprenditoriali di gruppo abbastanza rischiose, soprattutto, per un’area già in difficoltà strutturale come la nostra”.
- Cosa cambia, in definitiva, per una banca solida, efficiente e fortemente strutturata come la Banca Monte Pruno?
“Aspettiamo ancora per dare dei giudizi definitivi. A caldo sicuramente il decreto rappresenta una sconfitta per l’intero movimento delle Banche di Credito Cooperativo che dovranno assoggettarsi a contratti di coesione con la capogruppo, la quale svolgerà attività di direzione e coordinamento sulle BCC. I poteri esercitati saranno più o meno stringenti a seconda del grado di rischiosità della singola Banca misurato sulla base di parametri oggettivamente individuati. Su questo tema si gioca la partita più interessante anche per una Banca come la nostra. Noi speriamo di poter continuare sul percorso tracciato in questi anni, ma non possiamo non essere realisti e dire che stanotte è stata scritta una pagina molto negativa sul credito cooperativo italiano, mi auguro, francamente, che non sia l’ultima”.
– redazione –