Il 32%. Questa la percentuale di italiani che dalle 7.00 alle 23.00 di ieri si è recata alle urne per esprimersi in merito a quello che passerà, forse erroneamente, alla storia sotto l’appellativo di “referendum sulle trivelle“. Una consultazione fallita, lontano il quorum del 50% più uno necessario per la sua validità da cui sarebbe conseguita l’abrogazione dell’attuale normativa in materia. Continueranno quindi per le concessioni già attive, fino ad esaurimento dei giacimenti, le attività estrattive in mare di petrolio e gas entro le 12 miglia dalla costa.
La Campania è la seconda regione con l’affluenza più bassa (26,14%), la Basilicata (al centro dei recenti scandali sulle estrazioni in terraferma) l’unica a superare il quorum (50,32%). 28,19% è il dato che fa registrare la provincia di Salerno e anche il Vallo di Diano si conforma al trend nazionale, con una sostanziale vittoria dei Sì, sebbene senza alcun effetto pratico. Un risultato tiepido considerato che tutte le forze politiche del territorio e i numerosi comitati attivi in zona avevano nei giorni scorsi palesato le proprie “intenzioni abrogative”.
Una consultazione non immune da polemiche, seguite soprattutto all’invito all’astensione giunto da Matteo Renzi. Proprio quest’ultimo ha commentato a caldo il risultato della consultazione e, brindando agli “11mila lavoratori delle piattaforme che non perderanno il loro posto di lavoro“, ha attaccato:”Gli sconfitti ci sono, hanno nomi e cognomi. Sono quei consiglieri regionali e alcuni presidenti di regione che hanno voluto cavalcare questo referendum per esigenze personali. Per esigenze di conta interna da parte di qualcuno. È la dimostrazione che la demogogia non paga“.
Ma è stato anche il referendum degli hashtag. Da #battiquorum a #ciaone, attraverso i social non si è persa occasione per richiamare l’attenzione su una consultazione a tratti poco compresa, molto confusa e trasformata piuttosto in un attacco al potere che non in un momento democratico.
Ed è così che lo strumento di democrazia diretta per eccellenza viene fatto oggetto passando di mano in mano, di gruppo in gruppo, fino a diventare arma. La stessa arma che finisce per ferire proprio quella stessa democrazia di cui sarebbe dovuto essere baluardo.
A seggi chiusi, tirate le somme, restano un referendum frastornato dalle troppe parole, un risultato labile e la consapevolezza di un Paese confuso e, come sempre, scarsamente informato. Ad ogni buon conto forse a perdere non sono stati il Sì o il NO, quanto piuttosto la democrazia. E, probabilmente, a darle la spallata non è stato l’astensionismo.
– Chiara Di Miele –
– I risultati in Italia: Affluenza: 31,19% – SI: 85,84 % – NO: 14,16 %
– I risultati n Campania: Affluenza: 26,13% – SI: 91,45 % – NO: 8,55 %
– I risultati in provincia di Salerno: Affluenza: 28,17% – SI: 91,00 % – NO: 9,00 %
– I risultati nel Vallo di Diano:
COMUNE | AFFLUENZA | SI | NO |
Atena Lucana | 37,14% | 641 (96,25 %) | 25 (3,75 %) |
Auletta | 24,00% | 242 (93,44 %) | 17 (6,56 %) |
Buonabitacolo | 37,07% | 736 (96,84 %) | 24 (3,16 %) |
Caggiano | 32,33% | 623 (88,87 %) | 78 (11,13 %) |
Casalbuono | 29,33% | 258 (93,48 %) | 18 (6,52 %) |
Monte San Giacomo | 41,58% | 498 (94,68 %) | 28 (5,32 %) |
Montesano Sulla Marcellana | 33,61% | 1.731 (95,27 %) | 86 (4,73 % ) |
Padula | 31,19% | 1.248 (93,69 %) | 84 (6,31 %) |
Pertosa | 30,48% | 150 (90,91 % ) | 15 (9,09 % ) |
Polla | 26,97% | 1.220 (93,27 %) | 88 (6,73 %) |
Sala Consilina | 38,11% | 3.701 (96,33 %) | 141 (3,67 %) |
San Pietro al Tanagro | 29,18% | 259 (94,23 %) | 22 (5,77 %) |
San Rufo | 20,02% | 252 (92,99 %) | 19 (7,01 %) |
Sant’Arsenio | 37,90% | 764 (93,40 %) | 54 (6,60 %) |
Sanza | 20,50% | 394 (92,49 %) | 32 (7,51 %) |
Sassano | 26,83% | 1.025 (95,26 %) | 51 (4,74 %) |
Teggiano | 27,62 % | 1.593 (91,66 %) | 145 (8,34 %) |
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17/04/2016 – Referendum. Quorum non raggiunto. I risultati definitivi
Interessante, dove sono i soldi ci sono stati molti NO, sono sempre loro che fanno girare il mondo, c’è poco da dire.
Referendum inutile. Soldi buttati!
Un dato su cui invito a riflettere: a Viggiano, paese dove e’ presente il famoso centro oli, ed al centro della vicenda giudiziaria che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi, l’affluenza e’ stata del 37%!
un Paese in cui il Presidente del Consiglio Matteo RENZI ordina l’astensione è un Paese senza democrazia. Un paese in cui un presidente della Regione DE LUCA definisce il Referendum “una palla” è un paese senza democrazia. un Paese in cui i sindaci del territorio fanno finta di nulla tranne alcuni anzi uno (41%) è un paese senza democrazia.Un paese che disprezza quelli che vanno a votare è un paese senza democrazia. I comitati sono fatti da cittadini e spesso devono sostituirsi a chi disprezza le istituzioni . Noi ne abbiamo rispetto.
Tiziana Medici
Comitato No al Petroli nel Vallo di Diano
Semplicemente veritiera.
Complimenti.
No, Tiziana Medici, non sono d’accordo con quanto dici, pur rispettando quel che dici. Intanto, il Presidente del Consiglio non ha “ordinato” l’astensione. Altri in passato hanno consigliato di andare al mare e non ricordo si sia gridato al golpe. Tutto il seguito della tua riflessione è lo specchio evidente della democrazia che esiste e se ne fa largo uso nel nostro Paese. La verità è che il quesito referendario era alquanto tecnico e poi è stato snaturato il contenuto per “dare una spallata” al governo. E sono proprio questi che hanno perso. E anche tu, come mi pare di capire da quel che scrivi.