
E’ davvero un viaggio bizzarro quello affrontato in mare da Marco Amoretti, il 40enne di Sarzana, in Liguria, che si definisce un “Autonauta“. Sì, perchè Marco non viaggia a bordo di un’imbarcazione comune, ma della sua “Automare“, una vecchia Maserati biturbo del 1980 modificata e messa in acqua a galleggiare con un’imbottitura di poliuretano espanso adagiata su un fuoribordo.
La Maserati acquatica di Amoretti è approdata anche al porto di Agropoli, una delle tappe della lunga rotta da Genova a Venezia, circumnavigando l’Italia per la Biennale dell’Arte di Venezia, dopo aver attraccato nei giorni scorsi ad Ischia. Ogni volta ad attendere l’Autonauta una folla di persone incuriosite dalla strana imbarcazione, così come è accaduto anche nella cittadina cilentana dove già nel 2009 Marco aveva fatto scalo per un guasto al motore di una Maserati biturbo fucsia.
Emozionante la storia di questo navigatore, figlio di Giorgio Amoretti, fotoreporter che nel 1978 tentò la traversata oceanica a bordo di un maggiolino Volkswagen pieno di polistirolo, ma che fu fermato prima dalle autorità spagnole e poi, nel 1999, da un cancro che gli stroncò l’esistenza proprio mentre i figli, Marco, Mauro e Fabio, stavano tentando di attraversare l’Atlantico a bordo di due “Automare”, una Volkswagen Passat e una Ford Taunus.
“Il giro d’Italia in macchina lo fanno in tanti – dice Amoretti – ma chi ha mai utilizzato il mare come autostrada? L’Automare vuole essere un trait d’union tra due mondi contrapposti: la società degli uomini, caotica, costrittiva, da cui ho sempre cercato di fuggire, e lo splendido, libero, anarchico mare! In mare tutto è possibile, persino andare in macchina“.
– Chiara Di Miele –