Brienza non è di per sè contraria alle pale eoliche e all’energia che queste producono, semplicemente non vuole tollerare il deturpamento del paesaggio e della sua storia. Questa la posizione che traspare da amministrazione e cittadini alla luce del neo nato parco eolico di 6 pale, che sorge appena fuori dal centro abitato verso c.da Monte.
Ne abbiamo parlato con Antonio Mario Pepe, Assessore all’ambiente per il comune burgentino.
- Ad oggi qual è la posizione del Comune nei confronti del parco eolico di Brienza?
Sia in quanto Amministrazione comunale che in quanto singole personalità, siamo sempre stati favorevoli alle energie rinnovabili perché riteniamo che dobbiamo superare il fossile. Quindi niente in contrario rispetto alle iniziative economiche degli imprenditori che sono garantite, ma questo non può voler dire che non dobbiamo tutelare e proteggere il paesaggio, il nostro borgo e il castello Caracciolo, anche in osservanza della legge 42 del 2004 che disciplina i beni culturali, da sempre espressione dei nostri valori. Dobbiamo tutelarli anche da interferenze visive che ne pregiudicano la bellezza paesaggistica tramandata. Il borgo rappresenta un bene comune, oltre che di valenza comunale, regionale e nazionale, anche come risorsa territoriale da gestire con attenzione, bisogna quindi evitare scelte e valutazioni che potrebbero deturparlo, perché riteniamo che intorno ad esso vadano sviluppate una serie di attività che facciano da volano per l’economia locale. C’è, da parte nostra, la volontà di venire a capo della vicenda capendo tutti gli aspetti e salvaguardando il bene comune.
- Nella delibera 220 del 19 febbraio 2015 la Regione dava un giudizio di “compatibilità ambientale” del parco. Cosa è cambiato da allora?
Il progetto in realtà nasce dal 2011, noi abbiamo ereditato la vicenda e solo dal 4 settembre 2014 abbiamo avuto notizia dell’ “autorizzazione unica del parco eolico” e subito ci siamo messi in moto per capire come questa interveniva sul paesaggio e sul borgo e quale sarebbe eventualmente stato l’impatto ambientale. Abbiamo chiesto lumi alla società, all’Ufficio Ambiente e all’Ufficio Energia della Regione nonché alla Soprintendenza, per appurare che il paesaggio non fosse messo minimamente in discussione. La competenza in materia di autorizzazione unica rientra in un procedimento della legge 383 del 2003 che vede il ruolo di tutti gli enti interessati attraverso delle conferenze di servizi: nella prima fase di autorizzazione di impatto ambientale risulta evidente che l’Amministrazione dell’epoca non ha espresso nessun parere, ha fatto trascorrere i 60 giorni ed è così maturato il silenzio assenso, ripetuto in più conferenze che riguardavano il procedimento di via. Già qui il Comune poteva avere un ruolo abbastanza importante. La Soprintendenza ha in ogni caso rilasciato parere favorevole con prescrizione di non visibilità, da e verso il centro storico, del parco. Dato che il Comune non ha il progetto definitivo, abbiamo richiesto di verificare la conformità della prescrizione al realizzando parco. Va detto che anche se fino ad inizi novembre non si evinceva niente, la prima pala visibile dal municipio è sbucata il 09.11.2015, già a settembre abbiamo inviato una diffida a Regione e Soprintendenza per farci mandare un foto- inserimento, con la speranza di non trovare pale visibili dal borgo. Dal foto- inserimento ricevuto lo scorso 6 ottobre abbiamo notato che si vedeva invece qualcosa e sono partite le richieste di verifica sulla compatibilità. Sono seguiti telegrammi, l’intervento dell’assessore regionale all’ambiente e la verifica della Soprintendenza e della Regione. Attendiamo con ansia di conoscere le decisioni che prenderanno e soprattutto vogliamo sapere se quanto è stato fatto è compatibile con la prescrizione della Soprintendenza.
- Vi aspettavate l’opposizione dei burgentini, sotto forma del comitato promosso dal magistrato Dino Collazzo?
Inizialmente ci siamo meravigliati che non ci fossero osservazioni, poi è arrivata l’azione di alcuni cittadini che hanno proposto analisi critiche rispetto al realizzando parco. Noi rispettiamo la loro volontà e riteniamo giusto che ci sia una partecipazione attiva, nel rispetto dei ruoli e delle istituzioni, perché l’obiettivo in questa fase è salvaguardare il bene che ci è stato tramandato.
- Nell’ultimo consiglio comunale è stata presa una posizione in merito al parco eolico?
Dalla prima discussione svolta lo scorso 24 novembre, è uscito un dissenso unanime (minoranza compresa) rispetto all’attuale operato che è ora al vaglio degli uffici competenti per verificarne eventuali non conformità. Attendiamo una risposta nei prossimi giorni ed eventualmente verrà convocato un nuovo consiglio comunale.
La risposta della cittadinanza è stata la costituzione di un Comitato per la tutela del borgo, del paesaggio e del Castello Caracciolo e l’avvio di una petizione.
Abbiamo chiesto ragguagli in merito a Giovanni Ferrarese, membro del comitato cittadino.
- Avete costituito un comitato e avviato una raccolta firma per contrastare il nascente parco eolico di Brienza. Perché e quali sono le vostre posizioni in merito all’eolico?
Noi siamo a favore di tutte le forme di energia rinnovabile in particolar modo di quella eolica. Non siamo, quindi, contrari alla creazione di un parco eolico sul territorio comunale di Brienza, ma chiediamo che venga rispettato il parere dato dalla Soprintendenza nel corso della conferenza di servizio del 14 gennaio 2014: favorevole a condizione che gli aereogeneratori non impattino visivamente con il castello.
- La popolazione di Brienza si sta dimostrando sensibile a questo tema?
Il successo della petizione ha dimostrato una sensibilità della popolazione sul tema. Tuttavia si è cercato di far passare ( anche in modo strumentale) il messaggio che il comitato sia contrario alla creazione del parco eolico. Questo ha generato qualche diffidenza nei nostri confronti.
Per questo motivo colgo l’occasione per ribadire che il comitato è a favore del parco eolico a condizione che non si pregiudichi in alcun modo il nostro borgo.
Precisiamo a riguardo che la petizione è stata chiusa lunedì, dopo aver raccolto 456 firme in tre giorni. Anche il comitato è ora in attesa di conoscere le decisioni della Regione in seguito al sopralluogo, per decidere come proseguire la propria azione.
– Monica Lopardo –