“Negli anni ‘ 80 ho studiato le cause di morte dei 19 comuni Ex USL 57 riscontrando che la mortalità per neoplasie era tra le più basse del salernitano e a livello nazionale”. E’ quanto dichiara il medico Riccardo Marmo, responsabile del servizio di gastroenterologia dell’Ospedale di Polla che prosegue rimarcando il progressivo rovesciamento dei dati in 30 anni. Al convegno “Mangi Sano, stai sano”organizzato a Sant’Arsenio il 2/3 ottobre è emersa, infatti, una criticità sui tumori del colon retto e il relatore Arturo Iannelli, del Registro Tumori Salerno, ha evidenziato che nel nostro territorio i casi di tumore di quel tratto dell’apparato digerente si discostano da quelli della provincia di Salerno per un aumento. Lo specialista Marmo parla a tal proposito di “neoplasia legata all’alimentazione, in cui la carne rossa gioca un ruolo come fattore di rischio, ma non unico e determinante”.
Il gastroenterologo spiega, infatti, che nel Vallo di Diano non ci sono dati che correlano il consumo di carne all’aumento di cancro, tuttavia conferma un complessivo incremento dei ricoveri in ospedale per patologie neoplastiche. “Ogni anno vedo 50 ricoveri con questo problema su 100 mila abitanti, ma il messaggio va rivisto e ridimensionato perché in realtà i dati dicono che coloro che mangiano più di 50 grammi di carne conservata al giorno hanno il 20% di probabilità in più di avere un tumore rispetto a chi non ne mangia o ne mangia di meno”. Con un esempio il dottore Marmo semplifica il concetto facendo un parallelo con i casi di incidente stradale e ci ricorda che è come dire “guidare in stato di ebbrezza in autostrada aumenta le probabilità di avere un incidente, ma non è detto che tutti quelli sobri non avranno un incidente”.
“La carne è un alimento importante nella dieta – prosegue Riccardo Marmo – tuttavia occorre mangiare moderatamente un po’ tutto e non solo per il rischio di neoplasie, ma anche per problemi come il diabete e quelli cardiovascolari.” Tre sono le raccomandazioni che il medico suggerisce e cioè “mangiare prodotti del territorio, alimenti di stagione e freschi, poi tutto il resto si può mangiare, ma con moderazione.”
Niente allarmismo quindi dalle affermazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e un invito ad utilizzare l’olio extravergine d’oliva perché è un importante antiossidante e pertanto protegge dal rischio di sviluppare un tumore, specie per il colon retto.
“L’OMS ha preso il dato da pubblicazioni scientifiche preesistenti – prosegue Marmo – e ha fatto una segnalazione riferendosi agli agenti che aumentano le probabilità di sviluppare un cancro, inoltre mi preme dire che i dati si riferiscono a studi fatti nel nord Europa dove si mangia molta carne insaccata, nelle nostre aree il consumo è differente e poi il nostro sistema sanitario prevede il controllo dei veterinari, cosa che non si fa all’estero, allora diventa importante mangiare Made in Italy”.
Tuttavia le maggiori preoccupazioni del gastroenterologo vanno per le giovani generazioni globalizzate anche nell’alimentazione e conclude proprio con un invito a rivedere gli stili di vita ritornando alla nostra vecchia dieta mediterranea. “Nel mondo si ammalano 30 mila persone in più e tutto questo ha un costo collettivo – conclude Marmo – occorre attivarsi per dare maggiori informazioni sulla corretta alimentazione anche per una questione di risparmio delle risorse”.
– Tania Tamburro –