Il decreto, a firma del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, che ufficializza, concretizzandola, la soppressione della Casa Circondariale di Sala Consilina non soltanto ha colto alla sprovvista il Vallo di Diano ma, fin dalle ore successive alla sua notifica, ha alimentato polemiche e attacchi di vario colore politico che, ad oggi, stentano a placarsi. Ad incassare più colpi il Partito Democratico, nazionale e locale. Ed è così che, accese dalla firma del guardasigilli, le ire di quanti non si riconoscono nel partito della maggioranza vi si sono scatenate contro, non risparmiando gli amministratori valdianesi di estrazione Pd.
A questo proposito abbiamo discusso con il segretario provinciale del Pd Nicola Landolfi della vicenda che vede protagonista il carcere di via Gioberti e di eventuali “responsabilità di colore” in merito alla chiusura.
- Il Ministro Orlando ha firmato il decreto che sopprime la casa circondariale di Sala Consilina. In un valzer di polemiche e attacchi da più fronti, pare sia il Partito Democratico ad uscirne più malconcio. Ci sono in questa vicenda delle reali responsabilità del partito, e se sì quali, oppure si sta cercando a tutti i costi un capro espiatorio, anche in un’ottica di strumentalizzazione politica?
L’Italia non può pensare di reggere il sistema della Pubblica Amministrazione, compreso quella giudiziaria e penitenziaria, con le stesse modalità degli anni alle nostre spalle. I costi, derivati dai fitti, la gestione stessa del patrimonio, vanno resi compatibili con questo tempo difficile, di crisi, soprattutto al sud. Pur tuttavia è ingeneroso e sbagliato dare la colpa al Pd, perché le linee strategiche degli “scippi” al Vallo e a Sala sono targati Castelli-Caldoro. E questo non lo ricordiamo mai abbastanza
- Negli ultimi giorni tante sono soprattutto le note di biasimo nei confronti degli amministratori dem valdianesi. Crede che si potesse da parte loro fare davvero qualcosa per evitare questa chiusura?
No. Loro non potevano fare di più. Oggi, però, insieme a tutti i nostri livelli istituzionali, possono contribuire al ridisegno della geografia giudiziaria provinciale.
- Secondo lei perché nessuno, nelle dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni, ha considerato di sottolineare un dato di fatto importante, e cioè che il carcere di Sala Consilina è, come recita il decreto, antieconomico, di modesta ricettività e strutturalmente inadeguato? In fondo sono queste le motivazioni che hanno spinto il guardasigilli a sopprimerlo.
Perché è legittimo in questi casi il prevalere di spinte a tutela dei territori amministrati. Con calma, si ragionerà con più equilibrio, riconoscendo, magari, che la mutilazione vera è stata quella del tribunale.
- Alla luce di questa vicenda, da Segretario di partito che immagine coglie del Vallo di Diano sotto il profilo strettamente politico? Cos’è, ammesso che ci sia, che non funziona? Sembra di rivedere scene conosciute.
Sono fiducioso. Governo e Regione daranno una mano a recuperare posizioni. L’emergenza vera è il lavoro. La possibilità che venga offerta a una generazione di “tornare a casa” e a un’altra di non andarsene per forza. Deve scomparire, ma oramai è solo un residuo, il vittimismo, il dare la colpa agli altri. Anche il Tribunale di Vallo della Lucania rischia; la stessa Corte d’Appello di Salerno non è al sicuro. C’è un processo di marginalizzazione dell’intera nostra provincia, portato avanti da Caldoro con l’aiuto di una destra locale senza strategia e attenta solo all’occupazione del potere, che dobbiamo invertire, stabilizzando forme di coordinamento che ci siamo già dati e che a questo punto, devono fare sintesi e proporre al Governatore e al territorio stesso le due-tre priorità di programma e di progetto, in grado di cambiare la storia di un’area vasta con tante potenzialità. Abbiamo gruppi dirigenti e amministratori adeguati che stanno lavorando e che stanno crescendo.
– Chiara Di Miele –
SINDACI DEL PD VALDIANESE DIMETTETEVI
Perchè non parla chiaro il Sig. Landolfi. La Commissione Ministeriale per la ridefinizione delle Corti d’Appello ha stabilito il principio che debbano essere a livello REGIONALE.Questo significa che è SALVA la Corte d’Appello di Potenza mentre potrebbe NON esserlo è quella di SALERNO che ritornerebbe ad essere una sede distaccata di quella di Napoli, come era un tempo. Questi signori credono che nel Vallo di Diano non ci siano persone informate! I Lucani, come sempre, sanno tutelare CONCRETAMENTE i loro interesssi che, nel caso specifico, COINCIDONO con i nostri.Saranno proprio loro a cercare di risolvere il problema dei detenuti da trasportare avanti ed indietro tra Lagonegro e Potenza.