
Ogni tornata elettorale non richiama solo alle urne ma anche a delle riflessioni. Candidarsi alla guida di una città è grande cosa. E’ senz’altro spirito di sacrificio, amore per l’ambiente in cui si ha voglia di mettersi all’opera, rispetto e stima per i concittadini. Sentimenti questi ricambiati dalla fiducia. Quella riposta nella scelta finale. Che vuol dire dare credito, sì, ma anche riporre nel prescelto tante aspettative.
Analizzare il voto dei quattro Comuni valdianesi chiamati a scegliere domenica scorsa non è cosa semplice. Non lo è per la diversità creata non solo dai termini numerici legati alla conta delle rispettive popolazioni, ma soprattutto dalla composizione delle squadre in campo e dalla sua genesi.
Se a Monte San Giacomo la riconferma poco a sorpresa di Raffaele Accetta (“Questa volta era un po’ scontato il risultato” ammette egli stesso) evidenzia una piena e incondizionata fiducia di buona parte del piccolo paese nei confronti del Presidente della Comunità Montana Vallo di Diano, risultato questo di una battaglia senza colpo ferire, non si può dire altrettanto per ciò che concerne gli altri tre paesi coinvolti nella tornata.
Le campagne elettorali a Montesano sulla Marcellana, Padula e Teggiano non hanno certamente assunto toni particolarmente soft e, nonostante “pungolarsi” a vicenda sia una delle regole della competizione tacitamente accettate, alla fine ad uscirne vincenti, si sa, non si può essere in due.
Padula e Montesano, sostanzialmente, riconfermano la guida amministrativa della passata legislatura. Se Paolo Imparato indosserà nuovamente la fascia tricolore, Giuseppe Rinaldi la prenderà dalle mani del sindaco di cui ha seguito le orme per cinque anni, Donato Fiore Volentini, in un percorso di continuità con quanto precedentemente messo in atto. Nei due Comuni, però, è evidente che a trionfare non sia stato lo stesso “colore politico”. Se la lista civica “Imparato Sindaco” si è connotata per la stretta vicinanza al Partito Democratico (lo stesso PD Salerno ha palesato sui social il sostegno a Imparato), non può dirsi lo stesso per “Nuova Montesano”, la cui guida milita da tempo nelle fila del centrodestra e ha battuto la lista “Risveglio Civico” dell’avvocato Lagreca che, come i colleghi padulesi, aveva lasciato trasparire la propria “simpatia dem” nel corso della campagna.
Quella di Teggiano è invece una storia a sé. Un’Amministrazione in carica ferita dalla sfiducia di alcuni dei suoi e dell’opposizione, la scelta di riprovarci contrapposta alla ridiscesa in campo di chi per ben due volte era stato alla guida del paese. Una battaglia, quella teggianese, senza esclusione di colpi. Dura, sentita. Al termine la cittadinanza, forse ancora provata dallo scioglimento anticipato del Consiglio comunale, non ha riconfermato l’uscente Rocco Cimino, preferendo per la terza volta in poco più di dieci anni Michele Di Candia.
La potremmo definire epica questa tornata che anticipa l’estate valdianese. Pochi i paesi coinvolti, ma accese e tenaci le competizioni. Come in ogni impresa epica che si rispetti, però, l’auspicio è che i condottieri sappiano guidare i propri popoli verso le mete ambite. Quelle mete a cui si giunge, partendo sì dalla vittoria, ma cavalcando tra diritti e doveri, rispetto delle opinioni di tutti e delle minoranze (politiche e non), impegnandosi strenuamente per un solo fine comune. Il bene di ognuno.
– Chiara Di Miele –