Nella nuova puntata di Fuori Onda vi racconteremo la storia di Mouhammed, un ragazzo di 18 anni arrivato in Italia dal Senegal in uno degli sbarchi di Salerno nel 2014.
Il giovane senegalese ha raggiunto la maggiore età nel dicembre dello scorso anno ed è arrivato in Italia senza i suoi genitori. A prendersi cura di lui è stato il suo tutore don Vincenzo Federico.
Nell’intervista rilasciata a Giovanna Quagliano presso il bar – pasticceria “Peccati di Gola” a Silla di Sassano, Mouhammed ha parlato, tra le altre cose, della sua vita, del suo percorso di integrazione, di come è stato accolto nelle scuole che ha frequentato e del rapporto con la sua “nuova famiglia”. Un percorso di crescita spiegato anche da don Vincenzo Federico, che ha parlato anche del lavoro e dell’impegno presente in un cammino di integrazione.
– redazione –
Un altra risorsa per il prelato. …37 € al giorno. ..
YUHUUUU. .amorevole carità! !
Personalmente, avendo in qualche modo aiutato l’amico Don Vincenzo ad inserire alcuni di questi giovani nel mondo dell’apprendistato e poi del lavoro, grazie soprattutto alla disponibilità di alcuni imprenditori del Vallo di Diano (che ancora una volta io ringrazio), e conoscendo bene l’opera da lui svolta nel campo della accoglienza e del sostegno sociale per queste persone, posso tranquillamente testimoniare che il suo costante e continuo impegno è meritevole di grande attenzione, di gratitudine, di appoggio e di stima profonda.
Aldo Rescinito.
Ruspa sei un grande hai capito subito che c’e dietro , una zuppa.
Il Senegal è una Repubblica basata su ordinamento LAICO, NON E’ UN PAESE IN GUERRA. Dei semplici contrasti con dei ribelli indipendentisti NON possono essere considerati come conflitti di guerra tali da giustificare lo status di rifugiato!!!
C’è anche da ricordare che tra i principali RESPONSABILI del “conflitto” c’è un ABATE che: nel dicembre 1982 gli esponenti del MFDC organizzarono una manifestazione per protestare contro l’arresto del loro leader, Augustin Diamacoune Senghor, detto l’Abbé Diamacoune. La manifestazione terminò in un bagno di sangue e i capi si diedero alla macchia, rifondando il MFDC in una nuova versione, secessionista e armata. L’abbè Diamacoune era un abate e direttore del “Medio Seminario Nostra Signora di Ziguinchor” e fu la guida del MFDC nel dicembre 1982, quando scoppiò la lotta armata contro il Senegal.
Ancora si parla del buon DON……..che’ tristezza.