Tra i micronutrienti su cui la ricerca scientifica si sta concentrando maggiormente negli ultimi anni c’è la vitamina D.
La maggior parte degli studi epidemiologici dimostra che una larga fascia della popolazione, oggi, ne è carente.
A parlarcene è la dottoressa Simona Avitabile del Centro Analisi Biochimica di Padula.
La vitamina D è una vitamina liposolubile fondamentale per il metabolismo del calcio. Sintetizzata a livello della cute dopo esposizione ai raggi solari e introdotta nell’organismo mediante la dieta, è presente come forma biologicamente inattiva. La forma attiva si ha solo dopo due idrossilazioni: la prima a livello del fegato, la seconda a livello del rene a formare la 1,25 diidrossi vitamina D (la forma attiva).
- Quali sono gli effetti biologici della vitamina D?
La 1,25 diidrossi vitamina D, eseguibile con un semplice prelievo di sangue, è essenziale per il mantenimento dell’omeostasi del calcio, indispensabile al funzionamento del sistema nervoso centrale e allo sviluppo osseo. Inoltre, inibisce la proliferazione cellulare, fenomeno che, ricordiamo, quando incontrollato, può portare alla formazione di fenomeni neoplastici.
- Un buon apporto di vitamina D all’organismo quali patologie può prevenire?
La carenza di vitamina D è correlata a malattie che interessano, in particolare, il sistema osteoarticolare. Diversi studi prospettici suggeriscono come un’eventuale carenza possa essere associata allo sviluppo di patologie autoimmuni, come il diabete di tipo I e la sclerosi multipla. Uno dei campi di ricerca più attuali riguarda, inoltre, le sue attività cardioprotettive. Infatti, numerosi studi epidemiologici dimostrano come un apporto inadeguato di vitamina D si associ ad un rischio cardiovascolare più elevato e ad un maggior rischio di eventi coronarici.
- Quali i fattori di rischio responsabili di una carenza di vitamina D?
L’obesità aumenta il rischio di carenza perchè, una volta sintetizzata nella pelle o ingerita, è depositata nel tessuto adiposo e, quindi, meno disponibile. Le persone con carnagione scura, a seguito dell’esposizione solare, sintetizzano meno vitamina D rispetto a quelle con carnagione chiara, gli anziani perchè sono più spesso al chiuso, chi è affetto da patologie infiammatorie intestinali (es. Morbo di Chron) e i neonati allattati esclusivamente al seno materno, perchè fornisce solo 25 UI di vitamina D per litro, non sufficienti.
- Quali le fonti alimentari di vitamina D?
Un alimento particolarmente ricco di vitamina D è l’olio di fegato di merluzzo. Alcuni pesci contengono discrete quantità di vitamina D, specialmente quelli grassi come l’aringa, il tonno fresco e il salmone in scatola. C’è da dire, però, che un’adeguata esposizione solare dovrebbe consentire la sintesi di tutta la vitamina D necessaria all’individuo. Secondo gli esperti, 10-15 minuti di esposizione solare di braccia o gambe, tre volte a settimana, nelle ore centrali delle giornate invernali, dovrebbe essere sufficiente.
- Per chi volesse sottoporsi a questo, come ad altri esami del sangue, a che ora può venire al vostro Centro Analisi per il prelievo?
Dal lunedì al sabato dalle ore 7.30 alle ore 12.00.
Biochimica Centro Analisi Cliniche, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, è a Padula Scalo, in via Nazionale, presso il piazzale Eurospin.
Per tutte le informazioni ci si può rivolgere al numero telefonico e fax 0975/74208 – email info@laboratoriobiochimica.it – sito web www.laboratoriobiochimica.it
– Filomena Chiappardo –