L’ultimo successo in campo scientifico che prevede una tecnica davvero innovativa e rivoluzionaria per combattere i problemi di bambini dislessici vede nell’équipe dei neuropsichiatri del Bambino Gesù di Roma una giovane ricercatrice del Vallo di Diano, Cristiana Varuzza, di Teggiano.
Cristiana nel 2008 ha conseguito la laurea in Psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso la L.U.M.S.A dove ha conseguito anche il dottorato in Scienze cognitive della riabilitazione e dell’apprendimento. Attualmente presso l’ospedale Bambino Gesù si occupa della valutazione psicodiagnostica dei disturbi dell’apprendimento del linguaggio e della sordità, oltre a svolgere ricerca sulla disabilità intellettiva. E la ricercatrice teggianese è stata protagonista sotto la supervisione della dottoressa Dany Menghini e del primario Stefano Vicari, della scoperta di una nuova tecnica che attraverso la stimolazione cerebrale non invasiva riesce in tempi molto brevi a migliorare la capacità di lettura dei bambini colpiti da questa patologia che nel nostro paese sono il 3% della popolazione scolastica.
Lo studio davvero innovativo che ha visto Cristana Varuzza svolgere un ruolo di primo piano, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Restorative Neurology and Neuroscience: “Grazie a questa tecnica non invasiva – dice Cristiana Varuzza – abbiamo potuto riscontrare un miglioramento nella capacità di lettura dei bambini dislessici. Si tratta di uno studio tutto italiano in anteprima mondiale che ha sperimentato come facendo passare una corrente continua a bassa tensione (tDCS) del tutto innocua e non percepita dal soggetto, si possa influenzare positivamente o negativamente (eccitando o inibendo) vaste aree cerebrali semplicemente applicando due elettrodi sullo scalpo”.
La ricercatrice inoltre si sofferma sullo studio portato avanti che ha avuto un doppio binario valutando i risultati su bambini o adolescenti che sono stati sottoposti al trattamento ed altri al placebo: “In questo studio preliminare – prosegue la dottoressa Cristiana Varuzza – sono stati seguiti 19 bambini o adolescenti tra i 10 e 17 anni, divisi in due gruppi, uno destinato al trattamento attivo, l’altro a quello placebo ovvero con il dispositivo spento. Durante la terapia di stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS) tutti i partecipanti hanno contemporaneamente eseguito un training di lettura. Questo gruppo ha effettuato 18 incontri di 20 minuti, tre volte la settimana per complessive 6 settimane. Il mio ruolo – dice ancora la psicologa originaria di Teggiano – era quello di valutare le abilità di lettura dei ragazzi al termine della terapia e dopo un mese dal trattamento. Alla fine di questo periodo è emerso che le abilità di lettura dei ragazzi sottoposti alla stimolazione di tipo attivo sono migliorate del 60%”.
Ma cosa significa per una ricercatrice aver conseguito questo importante risultato? “E’ un risultato di grande importanza – ha affermato Cristiana Varuzza – perché fa strada verso future idee e prospettive di ricerca nell’ambito della dislessia. A livello personale, inoltre, è una grande soddisfazione lavorare all’interno di struttura di eccellenza dove la ricerca viene applicata all’attività clinica”.
– Gerardo Lobosco –
Complimenti a Cono per il modo in cui ha raccontato questa storia positiva. Complimenti ai nostri giovani che si fanno valere nel campo della ricerca scientifica e alla dottoressa Varuzza, in particolare.
Giu’ le mani dai bambini dislessici! E’ mostruoso!
Cosa non si fa per finanziamenti e notorieta’!
Complimenti di che !? chiedo in particolare alla dott.ssa Varuzza?
un dislessico e’ una persona sana e normale che ha una peculiarita0′ cognitiva, i risultati sonbo analoghi a quelli ottenuti nell’arco di un anno senza alcun intervento… come avete potuto pensare di applicare una tecnica di connessione neurale su ragazzi perfettamente sani?
effetti collaterali mal di testa, nausea e mal di collo… e il primo non nuocere… e’ una mostruosita’ fermatevi! Alfonso dislessico adulto
elettrostimolare un cervello perfettamente sano e normale per incrementare la velocita’ di lettura? su un campione di 19 ragazzi sani e normali? perche’? e’ mostruoso… Alfonso, dislessico adulto… giu’ le mani dai dislessici!
Da dislessica e mamma di un dislessico, non sottoporrei mai mio figlio ad un simile trattamento, lo ritengo inumano, ricorda molto certe pratiche mediche degli anni 30 (tecniche per altro bandite, e ritenute inumane) cara ricercatrice la dislessia è una caratteristica, non una malattia, e come mettere gli elettrodi a chi è miope.
mamma mia quella foto del bambino con gli elettrodi in testa da i brividi!
Tolto il fatto che 19 ragazzi sono realmente un numero limitato, tolto il fatto he sono madre di una bambina dislessica che va a periodi, ossia momenti in cui la sua lettura e concentrazione è più accentuata che in altri momenti, questa ricerca mi lascia perplessa sopratutto perché non mi sembra supportata abbastanza nella principale ricerca di capire quali sono le mutazioni e cause che rendono difficoltoso a ragazzi spesso dotati di intelligenza al di sopra della media compiere una azione che molti fanno anche senza capire il senso. Ossia ci sono altri ragazzi ritenuti normodotati che pur leggendo con fluidità non colgono il senso del discorso, a molti dislessici se li leggi lo colgono immediatamente. Dico a molti e non tutti perché poi bisogna affrontare l’altra questione, ossia le enormi differenziata e la unicità in cui l’essere dislessico si esprime, difficilmente ne troverete uno con caratteristiche uguali all’altro. Per questo personalmente credo che questa rincorsa a “normalizzare” con parametri spicci sia solo pericoloso, bello sarebbe stato che se degli studi dovete fare le energie vengano rivolte a come sfruttare la particolarità è cambiare i modi di insegnamento e apprendimento che sino ad oggi hanno solo dimostrato essere un vantaggio per tutti, non solo per i dsa.
Curioso come, con tutti i bambini nelle nostre scuole che mostrano deficit cognitivi su cui lavorare davvero, l’attenzione della ricerca si sia focalizzata proprio solo sui dsa, che deficit cognitivi non sono.
Poi leggere che specialisti come la dottoressa menzionata nell’articolo li definiscono patologie… Insomma, davvero una miniera d’oro
Buonasera. Nell’articolo viene dato per scontato che il trattamento sia innocuo e non invasivo. Chi lo ha dimostrato? La velocità di lettura ,inoltre, non è il problema più rilevante per un dislessico…Sarei inoltre curiosa di sapere se i genitori abbiano firmato dei documenti che sollevano gli sperimentatori da eventuali responsabilità. Se ciò fosse successo,infatti,cozzerebbe con la presunta innocuità….
Sarebbe bello poter accedere per intero allo studio in questione.
Perchè così come è riportato è un bellissimo slogan ma niente di più.
Nel campo medico a livello mondiale si sono già sentiti commenti riguardo a questa tecnica e, tra i tanti, il più saggio è quello di un noto scienziato che dice che, se anche fosse vero quello che viene affermato, siamo sicuri che non inibisca nell’individuo altre cose?
Inoltre sono alquanto sospettoso al riguardo dato che ultimamente la dislessia viene a tutti i costi paventata come: patologia, malattia, deformazione psichica e contemporaneamente arrivano le varie “cure”.
E’ chiaro che dietro c’è un giro di soldi da far spavento e tutti sembrano buttarcisi sopra a capofitto.
E nel frattempo che ne paga le spese sono gli studenti dsa.
Migliorare e aggiornare il sistema educativo scolastico costerebbe parecchio di meno e ne avrebbero vantaggio sia gli studenti dsa che non.
E anche gli insegnanti lavorerebbero più facilmente.
Basterebbe copiare dal resto dell’Europa…
Certo curare dei pazienti che hanno un QI sopra la media deve essere estremamente difficile specialmente se poi sono solamente 19…..
Complimenti a chi e a che cosa cosa? A persone che hanno pensato di buttare soldi per fare ricerche non richieste e, soprattutto, non necessarie? Noi chiediamo solo che il personale docente sia piu’ formato e consapevole, una bella ricerca, con elettrostimolazione inclusa, al bisogno, su questi soggetti, ha tutto il mio appoggio e sostegno, sui nostri ragazzi no!
Ma perche’ buttare soldi ed energie su una ricerca non richiesta e abbastanza stupida? Perche’ insistere a portare tutto nella ‘normalita”? Cos’e’ poi la normalita’? Tutto cio’ che non fa far fatica? Elettrostimolate gli insegnanti, non i nostri ragazzi. Infine, ma la velocita’ di lettura e’ davvero cosi’ importante? Se un ragazzino legge lentamente ma comprende… Lettura lenta per tutta la vita!
Complimenti? A uno studio che vuole correggere cervelli perfettamente funzionanti?
Perché invece di spendere i soldi in questa ricerca non vengono spesi per aiutare persone che hanno problemi o malattie?
Patologia???? Ma cosa state dicendo?
Trovo vergognosa tutta la ricerca.
I problemi dei bambini dislessici non hanno a che vedere con la dislessia, ma con la presenza di sedicenti scienziati che si fanno belli con ricerche assurde come questa. Hanno a che vedere con l’assenza di uno stato sociale che aiuti veramente. In alcune provincie d’Italia non c’è ancora la ASL che fornisce il servizio di logopedia. Il tutor te lo paghi, se vuoi i libri digitali paghi l’iscrizione ad AID, gli insegnanti si devono troppo spesso aggiornare a spese loro. I bambini dislessici vanno benissimo cosi’ come sono, è il vostro modo di ragionare che è sbagliato.
Credo che fare i complimenti per una ricerca così limitata sia quantomeno prematuro. Premesso che sia vero, non credete che adesso tutti gli insegnanti che negano la dislessia consiglino di far fare agli alunni questa pratica? I nostri figli saranno presi in giro più di prima? Ripeto che è prematuro portare alla luce una ricerca senza conoscere gli effetti collaterali, i risultati a lungo termine, i sentimenti dei pazienti… Ma pazienti di quale malattia mentale????? Ridicoli e penosi… Preoccupatevi di far conoscere la dislessia prima di trovarne la cura… Con i soldi pubblici
Mi chiedo xche’ curare una persona SANA quando basterebbe utilizzare queste risorse nella scuola? !quando basterebbe rispettare formare gli insegnanti e i genitori, quando basterebbe dare a tutti DSA o non DSA la libertà di imparare con i propri tempi, con i propri modi di apprendere che sia usando un pc x scrive, un lettore vocale x leggere una tavola pitagorica x fare i conti il proprio modo x ragionare, tanto alla fine il risultato è lo stesso! Vedere finalmente esperti ed insegnanti lavorare a fianco non contro! Basterebbe rispettare la PERSONA prima di tutto! Cambiare si può! Di certo con questo tipo di ricerche NO!
I problemi dei bambini dislessici hanno a che vedere con l’esistenza di gente che fa esperimenti assurdi come questo. I problemi dei bambini dislessici hanno a che vedere con uno stato sociale che non li tutela. In alcune provincie la ASL ancora non prevede un servizio di logopedia. Per avere i libri in pdf devi pagare la quota associativa a AID. Il tutor te lo paghi se lo vuoi. Troppo spesso gli insegnanti devono aggiornarsi a spese loro. I bambini dislessici vanno benissimo cosi’ come sono. Non fatevi belli a spese loro.
Comeeeeeee ? Se vogliamo veramente aiutare i bambini dislessici o con difficoltà di apprendimento sono altre le strade da intraprendere … In primis cominciamo ad investire sulla formazione e sulla scuola … Visto che come investimenti siamo ad un livello vergognoso … Aiutiamoli a sviluppare le loro potenzialità e talenti … E basta parlare di terapie … Non è una malattia !!!
Invece di rovinare persone Sane,
Cercate di imparare veramente a capire cosa significa essere DSA scoprirete che non siamo persone da modificare! Investite queste risorse nella scuola x formare gli insegnanti e di riflesso i genitori! Basterebbe veder finalmente esperti ed insegnanti lavorare a fianco e non contro! Basterebbe rispettare i tempi e i modi diversi di imparare che sia attraverso un pc,un lettore vocale, una calcolatrice. ….il risultato è lo stesso!
Voi credete di aiutare un dislessico così? !invece gli private una cosa fondamentale
LA LIBERTÀ DI ESSERE UNA PERSONA LIBERA DI POTERSI ESPRIMERE COME VUOLE!
Sono dsa e mamma di due figli dsa, ma
Perché volete “normalizzare” le persone? Che fastidio vi dà una diversa capacità di vedere e pensare? E poi parlate di risultati su un campione di 19 soggetti?
Usare questi soldi per formare insegnanti? Mi spiace me né io, né i miei figli ci facciamo stimolare il cervello, e per cosa?
Vi volete ficcare nella testa che essere dsa non è una malattia? Non necessitiamo di una cura ma
Di consapevolezza!!!!!
Chissà cos’altro verrà fuori sulla dislessia e perchè non si concentrano soldi e ricerche su come cambiare l’approccio didattico al dsa, madre probabilmente dis…chissacosa, mai corretta e pultroppo mai aiutata, laureata, masterizzata, occupata, affigliata e felice, non cambierei mia figlia con tutto il suo cattivo tempo per nulla al mondo e mai e poi mai la sottoporrei ad una procedura di normalizzazione!…la dove anche la banale normative non parla di patologia….
io voglio pensare che sia uno scherzo questa sperimentazione, sono tristemente inorridita
Aquando la sperimentazione su una coppia di gemelli omozigoti dislessici, durante la quale su uno vengono effettivamente applicate le vostre scoperte e sull’altro vengono solo attaccati gli elettrodi? Sarebbe interessante e, cercando, potreste metterla a confronto (la sperimentazione) con quella fatta da un angelo di dottore di un po’ di anni fa.
Mi unisco al coro degli indignati. Perché curare una persona sana? Forse l’idea della ricerca è nata da qualcuno che si vergogna di essere un dsa o di avere in casa in dsa. Non è una vergogna! Un dislessico è sano, normale, normodotato, ricordatevi che l’unic vergogna è spendere soldi pubblici per cercare di curare una malattia inesistente!
I dsa non sono MALATI e quindi non servono cure. Avete fiutato il business? Certo! E solo di questo si tratta! Trq non siete soli dato il giro d’affari molta gente è interessata ma ripeto che non servite ad un ragazzo Dsa o non, servono buoni insegnanti, buoni genitori e stima di se tutto qui! Gli elettrodi metteteli sulla testa di chi vu autorizza a fare queste cose, mi raccomando alla massima potenza!
Sono mamma di un ragazzo di 13 anni DSA ,epilessia rolandica meraviglioso!!
Il concetto principale completamente errato é che ci sia una patologia,una malattia,un difetto quando invece si tratta di una caratteristica.
Investite i soldi sulla formazione di insegnanti non su queste assurde ricerche!!
Per avere libri digitali dobbiamo pagare, per il tutor dobbiamo pagare,per la diagnosi dobbiamo pagare e l’unica cosa che si riesce a fare é usare i nostri figli come cavie
Sono disgustata
CHE VERGOGNA! Sono una mamma DSA di un ragazzo DSA, potrei mai permettere a qualcuno di modificare il cervello di mio figlio ???? Ma non ci penso neanche! Il cervello di mio figlio è perfetto così come quello di tutti i DSA. Invece di sprecare quattrini in ricerche del genere, si dovrebbe INSEGNARE a quelle persone che hanno in mano l’istruzione dei nostri figli che lo STANDARD non esiste, ognuno di noi è diverso dall’altro.E loro, dico LORO, devono saper insegnare a tutti, altrimenti non possono definirsi Insegnanti! Ecco, è una cosa deludente, deprimente perché di noi non avete capito nulla, vi infastidisce sapere che i DSA hanno un cervello che a una domanda trova 10 risposte invece che una, meglio NORMALIZZARLI ! Mi chiamo Marzia Gargioni e sono fiera di essere DSA e fiera di essere mamma di Federico quasi quattordicenne DSA.
Non ho parole………!!!!!!!
Spero sia uno scherzo, altrimenti non fate una bella figura ,più che una sperimentazione sembra una pratica da stregoni che ricorda pratiche da selezione della specie. Per favore cercate di fare cultura sui d.s.a.ma se non ci riuscite cambiate mestiere perché queste non informazioni creano solo stigma e nient’altro!
Da ricercatori e medici ci aspettiamo altro!
Ho letto l’articolo e mi ha lasciata con molti dubbi.. primo fra tutti: cosè la “stimolazione cerebrale non invasiva”? Se non un modo più accettabile per definire l’eletroscock? Cisa vi sarebbe di nuovo in una tecnica condannata in primis da Basaglia? Cambia il voltaggio? Inoltre 19 ragazzi non vi sembra un campione insignificante rispetto alle varianti della dislessia?