Si è tenuto il 29 ottobre, nella cornice della XXXII Assemblea Annuale dell’ANCI, l’evento a latere dedicato al progetto SemplifiSco, gestito da ANCI ed IFEL su finanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Funzione Pubblica. Sono stati tracciati i primi risultati del progetto e sono stati riassunti gli esiti dell’esperienza di sinergia tra Comuni, ANCI, IFEL, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate sancita dal protocollo d’intesa nazionale. Sono stati, infine presentati i risultati dei Comuni che, più di altri, si sono distinti nell’impegno, previsto dal protocollo, al fine di favorire l’emersione di fenomeni di evasione ed elusione nelle città.
Sono intervenuti con specifiche relazioni il Direttore IFEL Pierciro Galeone, il Responsabile ANCI-IFEL Finanza Locale Andrea Ferri, il Vice Direttore Agenzia delle Entrate Nazionale Eduardo Ursilli, il Direttore regionale Sicilia Agenzia delle Entrate Antonino Gentile e il Comandante Regionale Piemonte della Guardia di Finanza, Fabio Contini. Per quanto riguarda la trattazione delle migliori pratiche ed esperienze significative in materia di accertamento compartecipato è stato invitato come relatore l’assessore al Bilancio del Comune di San Pietro al Tanagro Antonio Pagliarulo. Le conclusioni sono state affidate al Sindaco di Ascoli Piceno e Presidente IFEL, Guido Castelli.
“Più di 78.000 segnalazioni dei Comuni di fenomeni d’evasione di tributi erariali. Trecento milioni di maggiore imposta accertata, di cui il 50% già riconosciuto da parte dei contribuenti. E 22 milioni di euro distribuiti tra 600 Comuni, come frutto del lavoro svolto per l’accertamento dei tributi erariali’’. Così il responsabile per la Finanza locale dell’Ifel, Andrea Ferri, riassume i risultati dell’esperienza di sinergia tra Comuni, Anci, Ifel, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate nel campo dell’accertamento dei tributi.
“La partecipazione dei Comuni alle attività di accertamento erariale resta una evidente opportunità – afferma il presidente di Ifel Guido Castelli – tanto per i Comuni che per le amministrazioni centrali. La sfida che attende i livelli di governo coinvolti è quella di incidere ancor più sui fattori critici di successo, che sono il consolidamento della cooperazione inter-istituzionale, il rafforzamento degli interventi di formazione e di accompagnamento ai Comuni e la diffusione delle migliori esperienze”.
Anche le segnalazioni si fanno di più in alcuni territori e meno in altri: i numeri percentuali del 2015, in linea con l’anno precedente, dicono che il 30% circa delle segnalazioni le fanno i Comuni in Emilia Romagna, il 19% in Lombardia, il 10,5 in Piemonte e il 10% in Toscana. E se ci chiedessimo quali sono le segnalazioni più “efficaci”, le più “produttive”? In Sicilia una segnalazione ha generato, nel 2014, 11.266 euro di imposta accertata, in Lombardia quasi 7.500, mentre in Emilia Romagna circa 1.900. In termini di somme riscosse, la maggiore produttività, nel 2014, ce l’hanno, in media, le segnalazioni in Lombardia (circa 798 euro), segue il Friuli Venezia Giulia con 497 euro. Risultati che, secondo il direttore di Ifel Pier Ciro Galeone, “rappresentano per noi un grande stimolo a proseguire su questa strada, promuovendo la collaborazione tra i diversi livelli di governo e superando la frammentazione, tradizionale debolezza del Paese. Abbiamo davanti percorso impegnativo e in questo senso stiamo continuando a lavorare: quest’anno abbiamo realizzato un piano rivolto in modo particolare ai Comuni del Mezzogiorno, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza delle amministrazioni e migliorare le forme tecniche di cooperazione tra Comuni, Guardia di
Finanza e Agenzia delle Entrate. A partire dalle possibilità di riuso di software che hanno già avuto successo quando utilizzati da altre amministrazioni”.
Alcuni esempi pratici dei risultati raggiunti vengono forniti ancora da Fabio Contini, Generale della Guardia di Finanza. “Pochi mesi fa, grazie ad una segnalazione del Comune, abbiamo fatto ‘emergere’ 41 appartamenti riconducibili ad un unico soggetto, affittati a studenti ma mai dichiarati al fisco: abbiamo recuperato solo in quel caso 21 milioni di tributi evasi” dice Contini.
Antonino Gentile, direttore della direzione Sicilia dell’Agenzia delle Entrate, racconta invece che “dopo aver formato i Comuni su semplici procedure investigative di incrocio dei dati, abbiamo ad esempio recuperato un’evasione di 300 mila euro, incrociando i dati tra le tumulazioni autorizzate e quelle effettivamente dichiarate da parte di un’agenzia di pompe funebri’’. Insomma, conclude il vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate Eduardo Ursilli, “questa proficua collaborazione va estesa e diffusa ancora su tutto il territorio nazionale: non sono sufficienti i protocolli, né la disponibilità di dati: è necessario assicurare un uso sapiente delle informazioni, la capacità di affinare le metodologie di controllo, ma soprattutto intensificare il dialogo a livello locale tra Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza ed enti locali’’.
– redazione –