Si è insediato ieri sera a Monte San Giacomo il Direttivo del Centro Studi Politici, Sociali e Culturali “Palazzo Marone” all’interno dell’omonimo palazzo signorile.
A generare questo nuovo attrattore culturale valdianese un protocollo d’intesa tra il Comune di Monte San Giacomo, la Banca Monte Pruno, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Salerno, il Seminario Permanente di Storia e Storiografia dell’Università di Salerno, l’Associazione Libertas “Antonio Nicodemo” e la Famiglia Marone. E a tenerlo a battesimo, dando il via ad una serie di appuntamenti, è stato il professor Giulio Tremonti, già Ministro dell’Economia e delle Finanze in tre Governi Berlusconi, con un interessante seminario scientifico dal titolo “Cause ed effetti della globalizzazione”.
Al tavolo dei lavori, insieme all’accademico, anche il sindaco di Monte San Giacomo Raffaele Accetta, l’assessore alla Cultura Angela D’Alto, il Direttore Generale della Banca Monte Pruno Michele Albanese, lo storico Carmine Pinto, il presidente dell’Associazione Imprenditori Vallo di Diano Valentino Di Brizzi e il presidente dell’Associazione Libertas “Antonio Nicodemo” Gerardo Marotta. Tutti insieme per celebrare la nascita di quello che, come lo ha definito il sindaco Accetta, “sarà un volano per tutto il territorio e non solo per Monte San Giacomo“. Della stessa idea anche il Direttore Albanese, che ha messo l’accento su quanto conti oggi “investire in cultura” anche per un istituto di credito come la Banca Monte Pruno che “da sempre lavora in collaborazione con i paesi, seguendo una strategia a favore del territorio“.
Un fiume in piena Giulio Tremonti, nel corso di quello che è stato un vero e proprio excursus dall’89 ad oggi. “I 25 anni che hanno cambiato la struttura e la velocità del mondo” li definisce l’ex Ministro, dalla caduta del muro di Berlino all’inizio della crisi economica nel 2008, per arrivare ai giorni nostri.
Un processo di riduzione dello stato-nazione, l’apertura del mercato agli asiatici, gli interessi di una finanza poco sensibile a quanto le accade intorno (“Nel mondo della finanza l’unica regola è che non ci sono regole“), le scelte politiche che hanno portato all’apertura del mondo sul mercato, i default di alcune nazioni e la comprensione degli effetti della globalizzazione guardando l’Italia dall’esterno sono stati i tanti punti messi a fuoco nel corso del seminario. Senza mai parlare di politica nè di politici (l’unico citato dal Professore è stato Clinton).
E poi alcune “dritte” per tentare di fronteggiare la crisi, che “non era prevista nei trattati europei” e “nasce nella finanza privata e quindi la soluzione non sta nello stampare moneta“. E, ancora, sull’Europa che “ha cessato di essere solo entità economica per diventare un corpo politico” e sulla moneta unica che, secondo Tremonti, “sta in piedi solo perchè si stampa più moneta“.
Un quadro, quello tracciato dall’economista, che coerentemente si è colto sul finire dell’incontro in una frase, estrapolata da un suo articolo di fondo per il Corriere della Sera, e che Tremonti ha ripetuto al cospetto della platea sangiacomese:”Non è l’Europa che è entrata nella globalizzazione, ma la globalizzazione che è entrata in Europa, trovandola impreparata“.
– Chiara Di Miele –
I promotori del centro studi invitano Tremonti all’inaugurazione del stesso. Molto singolare da parte di persone che si ritengono di sinistra o, almeno progressiste. Giulio Tremonti è stato ministro delle finanze in quel governo berlusconi che ha depenalizzato il reato di falso in bilancio, ha approvato una legge elettorale, il cosiddetto Porcellum, che ha scippato gli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti, ha approvato tutta una serie di leggi per intralciare il lavoro della magistratura nell’esclusivo interesse di berlusconi, ha omesso qualsiasi controllo sull’entrata in vigore dell’euro consentendo a commercianti e professionisti di raddoppiare i prezzi, e tante altre chicche del genere. Insomma un governo marcatamente di destra con il proprio presidente del consiglio condannato in Cassazione per frode fiscale. Tutto ciò non ha creato imbarazzo nei promotori dell’iniziativa e la cosa comunque non meraviglia più di tanto considerato che molti ex socialisti-craxiani, in primis Brunetta e Sacconi, hanno trovato naturale ri-collocarsi in Forza Italia. Resta l’amarezza di constatare inoltre che l’invito di Tremonti, ovvero di colui che affermava che con la cultura non si mangia, stride con le finalità che un centro culturale dovrebbe perseguire.
E’ possibile che la vergogna non abbia più rossore, come pure è possibile che questi non conoscano qual è la destra e qual è la sinistra. Nella confusione generale invitano il teorico della “finanza creativa” per arricchire il bagaglio cultural-economico-fiscal-tributario per governare i Comuni del Vallo di Diano. Di bene in meglio: l’accozzaglia organizzativa può dare inizio allo “studio”. Rimaniamo in attesa di leggere tra qualche annetto il risultato. Sperando che in questo Vallo ci sia ancora qualcuno che possa leggerlo!