Si è svolto ieri, a Palomonte, la quinta edizione del Festival interregionale della Zampogna. L’evento, promosso dall’associazione musicale della Valle del Sele-Tanagro “Tradizionando”, presieduta da Michele Nardiello, ha riscosso molto successo. L’antico strumento musicale ha radunato gli zampognari di Salerno, Napoli, Bari, Brindisi e Isernia.
“Il nostro obiettivo – spiega Nardiello – è far divenire Palomonte il paese della musica popolare. La musica rappresenta la storia dei popoli del Mezzogiorno. La zampogna è uno strumento sacro per tutti noi zampognari, ed è per questo che in gruppo, partiamo e giriamo in tutta Italia per suonare la novena di Natale. L’amore per la nostra terra e la musica popolare – conclude – è una storia che si tramanda di padre in figlio, motivo per cui invitiamo tutti i comuni della Valle del Cratere a collaborare con noi”.
Strumento antichissimo, la zampogna era conosciuta già nell’antica Roma e tra i suonatori vi era l’imperatore romano Nerone. Una leggenda narra che anche Giulio Cesare, impegnato nella conquista dell’isola britannica, sia riuscito a sconfiggere i nemici grazie al suono delle zampogne usate dai soldati che riuscirono a distrarre i cavalli dell’esercito nemico.
Ma suonare la zampogna è anche sinonimo di solidarietà: è la storia dello zampognaro Vincenzo Sanasti, militare, residente a Brindisi e giunto a Palomonte in occasione del Festival, che suona la zampogna negli ospedali italiani e nel reggimento Pinerolo di Bari, durante le missioni di pace dei soldati all’estero.
– Mariateresa Conte –