
Gli onorevoli Tino Iannuzzi e Assunta Tartaglione hanno presentato un’interrogazione parlamentare, rivolta al Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, sulla riforma del credito cooperativo.
Secondo tale riforma le circa 400 BCC avrebbero dovuto cedere la loro autonomia rientrando in un unico grande gruppo bancario nazionale che avrebbe rilevato tutti i poteri propri di una banca di credito cooperativo, facendo diventare meri esecutori i 400 istituti di credito di ordini provenienti dall’alto senza più essere al fianco del territorio, cancellando secoli di storia, abbandonando obiettivi di crescita e di sviluppo, annullando il sostegno concreto all’economia, alle persone, al sociale dei territori di competenza.
Si legge nel testo dell’interrogazione: “La recentissima riforma delle banche di credito cooperativo deve essere attentamente seguita e monitorata nel suo complesso processo applicativo per poter correttamente attuare le sue finalità ispiratrici ed i suoi principi di fondo; questa azione è fondamentale per scongiurare ed evitare che applicazioni improprie, sbagliate e forzate della riforma possano condurre a comprimere l’autonomia del credito cooperativo, a determinare costi eccessivi del sistema cooperativo, a provocare la perdita del ruolo e della funzione da sempre esercitati dalle banche di credito cooperativo (BCC) sul territorio, a produrre la perdita di redditività delle singole aziende”.
“In particolare –continua il testo – occorre assicurare e preservare la concreta autonomia per quelle banche di credito cooperativo che sono state ben governate ed amministrate, soprattutto nella governance e negli indici di rischio, che non presentano criticità ed anzi hanno prodotto risultati positivi in termini di redditività e basso rischio creditizio; tali realtà del credito cooperativo debbono essere poste in grado di continuare a coniugare autonomia e responsabilità; inoltre, è necessario investire della guida e del governo della società capogruppo amministratori che provengano dal mondo delle banche di credito cooperativo senza aver mai provocato criticità, valorizzando criteri di meritocrazia”.
“Del resto – affermano gli onorevoli – nell’iter di discussione ed approvazione della riforma, è stata generalmente affermata la volontà di garantire la continuazione della preziosa attività mutualistica svolta dalle banche di credito cooperativo al servizio delle comunità locali; la tutela della funzione del credito cooperativo deve scongiurare che la riforma, nella sua attuazione concreta, porti a trasformare le banche di credito cooperativo da realtà autonome in semplici sportelli al servizio della capogruppo centrale”.
L’interrogazione degli onorevoli termina con la richiesta al Ministro di “quali iniziative di competenza intende con tempestività adottare per seguire e monitorare il complesso ed articolato processo applicativo ed attuativo della riforma delle banche di credito cooperativo, al fine di assicurare l’autonomia delle realtà bancarie che hanno avuto una gestione sana, efficiente e positiva per tutti gli indici essenziali di riferimento, dimostrando di saper tradurre con responsabilità e corretta autonomia il loro ruolo in azione costante e proficua al servizio del territorio e delle comunità locali e che, quindi, non possono essere ridotte ad una funzione meramente marginale e priva di respiro strategico”.
– redazione –