
La Banca Monte Pruno e la BCC di Aquara replicano alle dichiarazioni di Lucio Alfieri, presidente di Federcampania BCC sulla necessità di far si che in seguito alla riforma del Credito Cooperativo nasca soltanto una BCC capogruppo. Le due BCC del sud della provincia di Salerno puntano invece alla costituzione di due capogruppo. Entrambe lo scorso primo luglio nel corso del consiglio di amministrazione di Federcampana Bcc hanno votato no alla costituzione di una capogruppo unica. La battaglia mira a far si che anche dopo la riforma venga confermato per le BCC il ruolo di vicinanza sul territorio a famiglie ed imprese.
“Un’unica capogruppo nella quale devono confluire tutte le Bcc – ha spiegato il Direttore Generale della Monte Pruno Michele Albanese – porterebbe ad una situazione di completo monopolio nel credito cooperativo italiano, dove le scelte e decisioni imposte dalla capogruppo saranno obbligatorie per tutte le bcc aderenti. Il principio di autonomia correlata alla rischiosità della singola BCC viene cosi depauperato, in quanto la banca non potrà opporsi in alcun modo alle scelte imposte dal centro“. Sia la Monte Pruno che la BCC di Aquara vedono nella possibilità di poter scegliere tra due capogruppo “la garanzia di un principio sacrosanto – sottolinea Albanese – in campo economico, ossia salvaguardare i benefici derivanti dalla concorrenza, in quanto due gruppi potranno crescere e migliorare sulla base delle efficienze raggiunte”.
La Bcc Monte Pruno ha aderito ad una cordata, composta da 15 Banche di Credito Cooperativo italiane con virtuosi dati patrimoniali ed economici e che auspica la creazione di almeno due Gruppi bancari ed altrettante Capogruppo, respingendo una eventuale applicazione che porti a trasformare le BCC in semplici sportelli al servizio di un’unica Capogruppo centrale. “Il rischio, infatti, di una unica capogruppo è che le singole Bcc – conclude il DG della Monte Pruno – diventino esclusivamente sportelli di un unico gruppo bancario che, in virtù del monopolio raggiunto, pianificherà le proprie azioni non tenendo in conto nessuna delle specificità delle singole banche. Tra l’altro nè Banca d’Italia né il Ministro Padoan hanno mai parlato di gruppo unico. Noi riteniamo che debba essere preservata l’autonomia delle BCC virtuose e che alla guida della capogruppo vi siano solo persone che provengono da BCC prive di criticità. Tali obiettivi possono essere raggiunti solo con la presenza di due o più capogruppo che concorrono fra loro e non certamente in regime di assoluto monopolio”.
– Erminio Cioffi –