Se la Campania, guardando ai dati nazionali complessivi, non pare essere minacciata da un alto rischio di attentati terroristici, resta comunque la regione del Sud con un punteggio più elevato relativo al potenziale di infiltrazione terroristica.
A renderlo noto l’istituto di ricerca Demoskopika che, attraverso l’Italian Terrorism Infiltration Index 2015, analizza stime e dati che riguardano il terrorismo nello Stivale e, una per una, le regioni più a rischio. Sono Lombardia e Lazio quelle più esposte ad infiltrazioni terroristiche, rispettivamente con un punteggio di pari a 10.00 e 6.48. Seguono Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.
Nel Meridione, però, mentre secondo la ricerca di Demoskopika quasi tutte le regioni non superano gli 0.63 punti (tranne la Calabria a 1.08), è la Campania quella che, sebbene si attesti ad un rischio moderato, lascia registrare il punteggio più alto pari a 2.40.
Dati che l’istituto di ricerca calabrese trae da tre indicatori: le intercettazioni autorizzate, gli attentati avvenuti in Italia e gli stranieri residenti e provenienti dai Paesi che, secondo l’Institute for Economics and Peace, rientrano nella “Top Five” del terrorismo, e cioè Iran, Siria, Afghanistan, Pakistan e Nigeria.
In 15 anni sono stati 96 gli attentati terroristici consumatisi in Italia, 7000 le intercettazioni autorizzate per indagini su presunti terroristi nella nazione, 179 le vittime italiane coinvolte in attacchi in 12 Paesi. Per ciò che riguarda le indagini e le intercettazioni le Procure campane, insieme a quelle di Lombardia e Lazio, sono risultate le più attive, autorizzando 854 intercettazioni (11,6%) contro le 1078 del Lazio e le 2479 della Lombardia, che detiene la maglia nera secondo l’indice 2015. Al dato si giunge analizzando il numero di “bersagli” autorizzati, cioè le utenze messe sotto controllo dalle Procure territoriali per sospetti legati a reati di tipo terroristico.
– Chiara Di Miele –