Continua la battaglia per scongiurare la realizzazione di un pozzo petrolifero da parte dell’ENI nel comune lucano di Marsico Nuovo (nella foto, l’area dove si dovrebbe realizzare il Pozzo Pergola 1) in provincia di Potenza al confine con il Vallo di Diano. Nei giorni scorsi l’ENI ha presentato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, uno Studio di Impatto Ambientale e Studio di incidenza relativamente alla messa in produzione del Pozzo Pergola 1. Nel dettaglio, l’avviso di avvio prevede presso il Comune di Marsico Nuovo l’allestimento a produzione del pozzo Pergola 1 e la realizzazione di tre nuove condotte di collegamento (circa 8,3 km) per il convogliamento degli idrocarburi estratti all’area di Innesto 3, anche questa di nuova realizzazione, e di qui tramite condotte già esistenti al Centro d’Oli di Val d’Agri. La Comunità Montana Vallo di Diano appena appresa la notizia dell’ulteriore passo avanti nell’iter burocratico da parte di ENI per arrivare alla realizzazione del pozzo petrolifero si è attivata per contestare la valutazione di impatto ambientale presentata e con una delibera approvata all’unanimità dall’Assemblea dei Sindaci, ha ribadito la sua contrarietà a nuove estrazioni petrolifere in aree poco distanti dal territorio del Vallo di Diano, confermando in tal modo la posizione già espressa dalle singole amministrazioni comunali del comprensorio. A dare peso alle obiezioni mosse dall’Ente Montano c’è anche una relazione firmata dal Prof. Franco Ortolani (Ordinario di Geologia e Docente del Master in Pianificazione Comunale presso la Federico II di Napoli).
“La valutazione presentata – ha dichiarato in presidente della Comunità Montana Raffele Accetta – è inadeguata rispetto ai requisiti di legge, inoltre l’intervento è incompatibile con l’assetto naturale del territorio e la sua specifica vocazione di sviluppo socio-economico, a sua volta basata su una attenta pianificazione e programmazione per il governo del territorio in grado di rispettarne l’equilibrio sia naturalistico che antropologico. L’analisi presentata da ENI S.p.a. non tiene in alcun conto dei “costi-benefici” per la collettività derivanti dalla realizzazione del progetto. Inoltre non si tiene debitamente conto di quelle che sono le specificità del territorio dal punto di vista sismico e idrogeologico; l’area interessata dalle perforazioni è nota per la sua elevata sismicità e per la presenza di sorgenti permanenti di grande importanza che potrebbero essere inquinate dall’eventuale dispersione di idrocarburi, con conseguenze non solo sull’ambiente ma anche sugli abitanti”.
– Erminio Cioffi –